ALAN+ è un duo composto da Tony Vivona e Alessandro Casini.
Basi elettroniche, synth, basso, piano e voce (Tony); chitarre acustiche ed elettriche, vibroplettri, disturbi ambientali, dissonanze e seconda voce (Alessandro). Il progetto ALAN+ (musica e poesia) ha radici piuttosto profonde. La cifra stilistica del duo si ispira ai reading inaugurati in nord America con la beat generation ma poi emulati in tutto il mondo nei circuiti culturali alternativi.
MIAB: Benevenuti ragazzi, “Anamorfosi” è il titolo del vostro nuovo album. Perchè proprio questo titolo?
TONY: Anamorfosi è un termine che definisce un processo di deformazione, o meglio ancora di ‘riformazione’ e si declina in vari campi. Per esempio in ottica è il fenomeno che si produce in un sistema quando l’ingrandimento orizzontale di un oggetto dato dal sistema stesso non è uguale all’ingrandimento verticale. Semplificandosi potrebbe dire che anamorfico è un qualcosa che ha una forma in partenza che poi si evolve in modo inaspettato. Direi che questa parola definisce e sintetizza la nostra musica. Molti dei brani iniziano con un preciso mood per poi evolversi e virare verso sonorità altre.
MIAB: E poi c’è un singolo che ha anticipato l’uscita. A cosa è dovuta la scelta di” ancora” tra i dieci brani inclusi nell’album ?
ALESSANDRO: Quando siamo arrivati alla fine del progetto, ci siamo seduti a riflettere. Decidere la track list dei brani, capire quale poteva essere il brano più adatto a rappresentarci, sono scelte sempre difficili. Alla fine abbiamo realizzato che “Ancora” poteva avere tutte le carte in regola per questo scopo. Il testo immediato e strutturato chiaramente in forma di canzone con inciso e ritornello, i nostri due strumenti: basso e chitarra sempre presenti e molto rappresentativi del nostro modo di suonare. Questi sono gli elementi principali che ci hanno fatto optare per questa scelta, che poi si è rivelata giusta.
MIAB: Alan+ sono solo musicisti o spendete del tempo insieme anche nel tempo libero?
TONY: Io e Alessandro ci conosciamo da molti anni, e abbiamo collaborato e collaboriamo attualmente a vari progetti non solo musicali. La sintonia è un punto di forza della nostra unione artistica ma anche l’amicizia che ci lega e che è nata praticamente da subito, proprio in occasione della nostra prima collaborazione musicale. Di tanto in tanto trascorriamo del tempo insieme con le nostre rispettive famiglie, con il risultato che finiamo inevitabilmente per parlare di musica.
MIAB: Synth e suoni campionati oppure un sound più genuino e naturale ?
ALESSANDRO: Non ci poniamo limiti, l’importante è riuscire a trasmettere la giusta emozione. Un buon brano esce quando tutte le forze coinvolte agiscono nella giusta direzione. Testo, composizione (nel senso di partitura), interpretazione e sound.
In Anamorfosi i suoni campionati sono praticamente assenti. Il sound principale è basato sul basso di Tony (anche filtrato e distorto) e sulla mia chitarra che utilizzo con un vasto range di suoni: dal super clean, al super filtrato attingendo ad una libreria di timbri che ho sperimentato nel tempo con altri progetti tra cui principalmente Deadburger e Vibropletti.
Ci sono poi delle partiture di synth Microkorg e Arturia che ha suonato Tony. Come vedi, veramente non ci facciamo preclusioni.
MIAB: Avete mai pensato di cantare in Inglese?
TONY: prima ancora di cantare in inglese, bisognerebbe scrivere in inglese, e per farlo bisogna avere una perfetta padronanza dell’idioma. Non ti nascondo che non mi dispiacerebbe e ‘cazzeggiando’ in sala prove a volte mi ci sono anche cimentato, ma per il progetto di ALAN+ pur non escludendo a priori questa possibilità, non credo sia la strada giusta. In ogni caso non sarei io a mettere la voce.
MIAB: Che cosa ne pensate della scena musicale italiana in generale ?
TONY: la domanda nella sua semplicità risulta ostica: banalmente ti dico che non credo che al momento ci sia una ‘scena musicale’ in Italia, ma come inevitabilmente accade ci sono progetti molto validi che hanno ragione di esistere; per esempio i nostri amici della DEADBURGER FACTORY (di cui Alessandro è un componente) con l’album LA CHIAMATA, oppure i nuovi dischi di IOSONOUNCANE o I BACHI DA PIETRA, e anche perché no, l’altro progetto che vede coinvolti me e Alessandro (insieme a SIMONE TILLI, DAVID JOHN NOTO e SILVIO BRAMBILLA): LE JARDIN DES BRUITS con i quali stiamo realizzando un nuovo disco.
MIAB: Pro o Contro i Talent Show ?
TONY: I talent show sono una forma di spettacolo come un’altra. Se non ti piacciono basta non guardarli. Se poi da quei contenitori esce qualche talento che ‘da grande’ farà il musicista, buon per lui!
MIAB: Siete su un’isola deserta e potete inserire in una bottiglia un messaggio e gettarla in mare !!
ALESSANDRO: Chi come noi fa musica indipendente, e chi come noi ascolta musica indipendente, vive già (musicalmente parlando) su un isola; se non deserta, comunque poco abitata rispetto alle grandi mete (musicali) del main stream. Direi quindi che nella bottiglia mettiamo sicuramente la nostra musica. Chi riceverà la bottiglia però non venga a salvarci! Stiamo bene qui!